Vorresti rivolgerti ad uno psicologo, ma provi vergogna?
Ciascuno di noi nella vita ha provato imbarazzo a parlare con un estraneo. Si pensi ai primi approcci amicali o amorosi. Spesso, per esempio, gli adolescenti tendono a camminare con lo sguardo basso e tutti incappucciati, come a voler passare inosservati. Anche nello scegliere il proprio psicologo psicoterapeuta, questo stesso sentimento ci assale. Nonostante ci si senta motivati ad intraprendere il lavoro e si sia già scelto il professionista cui rivolgersi, c’è l’imbarazzo di pensare: chi è costui al quale devo svelare i miei vissuti ed i miei pensieri?
L’imbarazzo, in quanto stato d’animo è sempre pubblico e relazionale e sottende in modo preponderante chi soffre di ansia sociale.
Ma perché chi va dallo psicoterapeuta prova imbarazzo?
Perché è un estraneo del quale devo avere fiducia, per potermi affidare! Inoltre, mi potrebbe giudicare per le cose che racconto, addirittura rimproverarmi, o perdere il rispetto man mano che conosce sempre di più la mia storia.
C’è da dire che sia lo psicologo, sia lo psicoterapeuta non solo è tenuto al segreto professionale, per cui non può rivelare ciò che la persona porta nella stanza di terapia, se non espressamente autorizzato (eccetto in caso di pericolo per la salute psicofisica o di vita del cliente stesso e/o di terzi) ma è competente:
- nell’accogliere l’altro
- nell’astenersi dal giudizio
Il professionista è tenuto a raccogliere le informazioni con il cliente e a valutare le sue difficoltà. Inoltre, progetta un intervento sempre col cliente per superare tali difficoltà, sostenendo ed ampliando le risorse proprie della persona sia interne, che esterne.
Certo tali garanzie bastano in teoria, ma è solo praticando il terapeuta che si acquisisce fiducia, necessaria ed indispensabile a percorrere un pezzo di strada insieme.
Come si svolge la terapia?
Nel primo incontro, si prendono informazioni reciproche, si comprende il tipo di terapia, i tempi e i costi; si tratta del colloquio in cui si conosce quale percorso si andrà ad intraprendere e quale contratto terapeutico si prospetta.
Il rapporto di conoscenza e di fiducia si svilupperà nel tempo e gradualmente ….come tutte le relazioni ha bisogno di superare diverse prove, sperimentando ogni volta la fiducia, la stabilità e la coerenza con tutto ciò che si è stabilito nel contratto terapeutico. In tal modo, il cliente si sente libero di esprimere tutti i pensieri e gli stati d’animo anche legati al rapporto col terapeuta, oltre a quelli inerenti le tematiche da voler affrontare nelle singole sedute. Mediamente dopo massimo un paio di mesi di lavoro il senso di imbarazzo inizia a scemare. Coltivare l’arte del confidarsi fa svanire l’imbarazzo.
Dott.ssa Ornella Mazzobi Psicologa e Psicoterapeuta